E’ sempre valida la risposta che don Cantore diede in un’intervista a La Valsusa nel 1989, in occasione dei lavori di ristrutturazione della Casa Alpina:
“Non avremmo fatto così grandi sforzi se non avessimo la certezza della validità di questo modo di vivere e di essere cristiani. Il nostro unico scopo è quello di avere una Casa che sia veramente di tutti e particolarmente dei giovani. ...abbiamo una grande fiducia nella Provvidenza e perciò siamo sereni; abbiamo anche la certezza della benedizione di Papa Giovanni, questo Papa buono che ha amato ed ha insegnato l’amore”.
“La Casa Alpina è un grande strumento di pastorale, tutte le Case Alpine lo sono. La finalità più grande è quella di fare degli autentici cristiani, se noi non credessimo in questo scopo potremmo senz’altro lasciar perdere, ma noi siamo certi che partecipare alla Casa Alpina, in qualunque veste, serve a farci diventare più cristiani.
...Mi capita spesso di incontrare delle persone che mi fermano, mi salutano, ricordano i soggiorni a Casa Alpina: questo vuol dire che la Casa ha dato qualcosa, oltre alle buone minestre e pietanze; ha dato, per mezzo di Cristo e della Madonna, tante grazie spirituali. Il Signore ha sempre voluto bene alla Casa Alpina e sono certo che i nostri sforzi che, a parere di qualcuno, potrebbero anche sembrare assurdi, sono indirizzati verso un buon fine”.
La finalità della Casa Alpina in questi 60 anni di attività non è mai mutata: nessuna motivazione esclusivamente umana, ma tutte anche di carattere formativo e spirituale. In primo luogo l’accoglienza di tutti, poi la preghiera; subito dopo, per i ragazzi il gioco, per i giovani e le famiglie lo svago; quindi la condivisione di alcuni servizi necessari alla buona riuscita della vacanze.